Cultura

I RITUALI DI CATALINA SWINBURN

Team ISSUE - Agosto 23rd, 2024

Un’allegoria di resistenza è ciò che avvolge l’opera di Catalina Swinburn, artista visuale cilena che, attraverso l’arte del tessuto, recupera rituali ancestrali legati a luoghi sacri, alla geografia e alla memoria originaria. Il suo lavoro, intriso di misticismo, è incentrato sul concetto geopolitico dello spostamento, attraverso il quale ha sviluppato una tecnica propria che consiste nell’intrecciare documenti come supporto. È il suo modo di esprimersi e di trasmettere messaggi che ritiene fondamentali. Attraverso spartiti d’opera, mappe e voti democratici, affronta preoccupazioni globali come la sostenibilità, l’identità, l’uguaglianza di genere e la globalizzazione.

La sua innata curiosità artistica l’ha spinta a esplorare oltre l’espressione evidente della sua opera, che rappresenta il grande risultato finale. Figlia di un architetto e di un’artista, Catalina possiede un’eredità irrevocabile che comprende anche un nonno pittore e architetto, oltre al suo bisnonno, l’artista Enrique Swinburn. “(…) Nella mia famiglia, l’arte era l’esistenza stessa. Non veniva imposta, ma vissuta organicamente e intellettualmente in modo creativo, si permetteva di sognare e creare. Forse era un modo di resistenza? Credo che si diventi artisti grazie alla determinazione di continuare a creare”, racconta Catalina dalla fiera d’arte contemporanea Art Basel, in Svizzera.

Cortesia Catalina Swinburn

È sempre stata legata allo studio, alla ricerca e ai libri, dalla sua fascinazione per la cultura egizia da bambina, fino al suo ultimo viaggio in Perù, che le ha permesso di conoscere un rituale di pellegrinaggio e gratitudine verso l’acqua che avrebbe cambiato tutto. È stato in quella destinazione che ha imparato a guardare con gratitudine, connettendosi con il potere e la saggezza degli antenati, aprendo la strada a un nuovo percorso. “L’ispirazione che spinge il mio lavoro è il rituale. La mia pratica è sempre stata legata al passato, attraverso ricerche su narrative storiche per creare sculture, installazioni, arazzi e investiture a partire da documentazioni di archivi classici. Cerco di recuperare rituali ancestrali legati a luoghi sacri, alla geografia ancestrale e alla memoria originaria. Credo che ci sia tanto materiale su questo tema arcaico e, allo stesso tempo, contingente, con così tante diramazioni che si estendono dall’archeologia, all’astrologia, alla mitologia, all’architettura, alla musica, alla cartografia e ad altro, che continuerò a approfondire questi contenuti che mi appassionano”, afferma.

OPERE SIGNIFICATIVE

Stabilitasi tra Londra e Buenos Aires, le ultime esposizioni a cui ha partecipato sono state spazi emotivi dove ha potuto esprimere il suo enorme talento. Nell’ultima edizione di Art Basel Hong Kong, ha esposto l’opera ‘No Land: The Water Ceremony’ – per il settore Encounters, con la galleria di Selma Feriani e curato da Alexie Glass -, un rituale che l’ha portata a scomporre, in collaborazione con la sua comunità di lavoro, centinaia di fogli, provenienti da vecchi atlanti, per poi trasformarli in un’opera composta da cinque totem di quasi quattro metri di altezza, tessuti a mano e intrisi di significato e storia. Questo ha aperto nuove dimensioni e possibilità alla sua pratica, dove la sfida è stata trasformare il crollo in un’opera. Per farlo, l’artista si dedica a recuperare libri appartenenti a collezioni dismesse da biblioteche pubbliche o a raccogliere rovine dell’industria editoriale per trasformarle in una complessa materia prima, che deriva dallo smantellamento di un oggetto per poi dare vita a nuove creazioni.

Cortesia Catalina Swinburn

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