ELSA PERETTI: L’IMPRONTA ETERNA DI UNA GIOIELLIERA LEGGENDARIA
Team ISSUE - Maggio 19th, 2025
Creativa, intuitiva, dallo spirito indomabile e dal gusto impeccabile. Elsa Peretti ha vissuto una vita segnata dal glamour e dal dramma, diventando una delle designer di gioielli più iconiche del mondo. Italiana appassionata, nata sotto il segno del Toro, allegra e libera, ha vissuto con intensità i suoi ottant’anni. Nata il 1º maggio 1940 a Firenze, nel cuore della Toscana, crebbe in una famiglia aristocratica, ma fin da giovanissima manifestò il desiderio di rompere con le convenzioni.
Non era interessata al classico “e vissero felici e contenti” fatto di matrimonio e figli nei rigidi parametri dell’alta società. Pur provenendo da una famiglia molto agiata —il padre, Ferdinando Peretti, era un magnate del petrolio— Elsa scelse di allontanarsi per costruire da sé la propria indipendenza.
Dopo un’educazione raffinata in istituti di prestigio tra Roma e la Svizzera, cominciò a sentire il peso delle aspettative familiari. Ribelle e curiosa, nel 1961 decise di fuggire di casa. Da quel momento, la famiglia tagliò ogni supporto economico. Elsa, però, non si arrese: iniziò a insegnare italiano e a fare l’istruttrice di sci per mantenersi. Qualche anno più tardi si trasferì a Barcellona, dove iniziò la carriera di modella e si immerse nel fermento artistico della città, entrando in contatto con figure come Salvador Dalí e lo scultore Xavier Corberó.
A Barcellona partecipò attivamente al movimento culturale della Gauche Divine, l’avanguardia intellettuale che si opponeva alla dittatura franchista. Ma il grande salto arrivò nel febbraio del 1968, quando si trasferì a New York, la città che non dorme mai, per continuare la carriera di modella. Si unì all’agenzia Wilhelmina Models.
Cortesia Getty Images
“Sono arrivata con un occhio nero”, raccontò una volta, alludendo a un amante violento che aveva cercato di impedirle di partire. Si stabilì all’hotel Franconia sulla 72ª strada, con pochissimi soldi in tasca. L’ambiente era spietato: andavano di moda modelle bionde dagli occhi chiari, mentre Elsa si definiva “troppo alta, troppo mora, troppo magra… ero troppo in tutto”.
Ciononostante, conquistò l’élite creativa dell’epoca, diventando musa di Roy Halston, con cui instaurò un’amicizia profonda e duratura. Tuttavia, non amò mai davvero il mestiere di modella: lo considerava innaturale. “Non è normale che una donna debba essere bella tutto il tempo”, dichiarò senza mezzi termini.
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