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E L’IDENTITÀ DI MM6 MAISON MARGIELA?: LA COLLEZIONE FALL 25 SENZA GALLIANO

Team ISSUE - Enero 17th, 2025

Nell’atmosfera mozzafiato del Pitti Uomo di Firenze, sotto una struttura di vetro che sembrava appartenere tanto a un’epoca futuristica quanto a un sogno, MM6 Maison Margiela ha presentato la sua collezione maschile per l’autunno. È stato uno spettacolo che cercava di reinterpretare i codici del guardaroba maschile con l’audacia che caratterizza il marchio. Tuttavia, tra le luci che giocavano con i tessuti, una domanda è rimasta sospesa: cosa significa MM6 senza il battito creativo di John Galliano?

Il collettivo di MM6, ora orfano del designer britannico, si trovava ad affrontare un compito titanico: dimostrare che il marchio potesse sopravvivere e persino prosperare senza la presenza della sua figura più iconica. E lo hanno fatto con una collezione che, pur seducente e ricca di sfumature, ha rivelato anche la tensione tra la necessità di innovare e il peso di un’importante eredità.

Nel 2006, Martin Margiela trasformò il Teatro Puccini di Firenze in una scena onirica completamente bianca, una dichiarazione che ridefinì le regole della moda concettuale. Nove anni dopo, MM6 ha scelto una strada opposta: una palette scura con accenti di blu turchese e un focus su tessuti che flirtano con la teatralità. Linee pulite e volumi sovvertiti hanno segnato il passo, mentre materiali come il lino trattato simulavano la pelle e uno smoking in lurex brillava.

Cortesia MM6 Maison Margiela

Ma qui sorge il dilemma: nel tentativo di reinterpretare la mascolinità, MM6 sembra aver perso di vista ciò che rendeva unico Margiela. Il suo linguaggio visivo, un tempo sovversivo e profondamente personale, ora sembra un’eco attentamente studiata di un passato che non appartiene più al marchio. Le riferimenti a Miles Davis e a Venus in Fur hanno portato sì un erotismo suggestivo, ma non sono riusciti a colmare il vuoto creativo lasciato da Galliano. È impossibile ignorare la cura con cui è stata realizzata questa collezione. Le texture e le silhouette riflettono un dominio tecnico indiscutibile. Le cinghie in pelle e le fruste pendenti sono dettagli che canalizzano un’energia cruda, quasi primitiva, mentre i tessuti nebbiosi di denim nero suggeriscono un mondo che oscilla tra il sublime e il volgare, come la stessa Firenze. Tuttavia, manca qualcosa. E quello che manca è l’anima dell’irriverenza, il caos organizzato che Galliano portava al marchio. La sua assenza non si traduce in una mancanza tecnica, ma in una perdita di rischio, di quella scintilla che trasforma una sfilata in un manifesto. MM6 si sta reinventando, ma lo fa sotto il peso di due titani: Margiela e Galliano.

Cortesia MM6 Maison Margiela

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