Stile

DAL MUST-HAVE AL “MAGARI PIÙ TARDI”: GLI ACCESSORI DI LUSSO STANNO PERDENDO RILEVANZA?

Team ISSUE - Luglio 4th, 2025

C’è stato un tempo in cui possedere l’ultima it-bag della maison del momento era più che una dichiarazione di stile: era un investimento emotivo. Eppure, nel 2025, qualcosa è cambiato. Le vetrine brillano ancora, sì, ma i portafogli si aprono con meno entusiasmo. Che cosa sta succedendo davvero agli accessori di alta gamma? È solo una pausa passeggera o siamo di fronte all’inizio del loro declino?

La realtà è chiara e i numeri parlano. Secondo Bain & Company, le vendite globali di beni personali di lusso sono destinate a calare tra il 2% e il 5% quest’anno, dopo un -1% registrato nel 2024. È la prima contrazione sostenuta dalla crisi finanziaria del 2008. Le ragioni? Molteplici e cumulative: dai prezzi sempre più inaccessibili, all’introduzione di dazi doganali (come quelli proposti da Donald Trump) che colpiscono brand europei chiave — pensiamo a Gucci o Louis Vuitton — in uno dei mercati più strategici: gli Stati Uniti. A questo si aggiungono l’instabilità economica in Cina, l’inflazione globale, la frenata dei mercati finanziari e una saturazione dell’offerta che ha portato molti consumatori a disinnamorarsi.

Ma c’è dell’altro. Non è solo una questione economica: è una questione percettiva. L’idea di “necessità” legata a questi accessori si è dissolta. Il consumatore odierno, più consapevole ed esigente, cerca un acquisto con significato. E quando emergono scandali legati a condizioni lavorative dubbie o a processi produttivi insostenibili, il desiderio si raffredda. Perché spendere migliaia di euro per una borsa prodotta in contesti eticamente discutibili, quando esistono alternative più responsabili — e talvolta indistinguibili — provenienti anche da manifatture cinesi?

Cortesia brand

Di fronte a questo scenario, i brand hanno due scelte: reinventarsi o opporsi al cambiamento. Alcuni si stanno già muovendo: ristrutturazioni interne come quelle di Kering, nomine creative con visioni nuove, investimenti in tecnologie che migliorino tracciabilità, personalizzazione e sostenibilità. Ma non basta. Il pubblico chiede più della semplice estetica: vuole autenticità, innovazione, valori reali. Non basta più una storia da indossare, serve una storia in cui credere.

È dunque la fine degli accessori di lusso? Probabilmente no. La storia ci insegna che questo settore sa come rialzarsi: lo ha fatto dopo il 2008, e ancora dopo la pandemia. Ma siamo sicuramente davanti a un cambiamento profondo. Gli accessori non si acquistano più per status, ma per significato. E i brand che non sapranno interpretare questa transizione passeranno — senza troppi rimpianti — dal “must-have” al “forse mai”.

Cortesia brand

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