ANDERSON DEBUTTA DA DIOR: UN ROMANTICO CONTEMPORANEO
Team ISSUE - Luglio 2nd, 2025
Parigi lo conosceva già, ma questa volta Jonathan Anderson è arrivato per riscrivere i codici più classici. Il suo debutto per Dior Men, presentato davanti all’imponente monumento de Les Invalides, è stato tutto fuorché discreto. In una sala costruita come un’ode moderna alla Gemäldegalerie di Berlino — con legno compensato, luce calda e due opere originali di Chardin alle pareti — lo stilista nordirlandese ha presentato una collezione che ha parlato dagli archivi, ma con voce nuova. È stato, insieme, un omaggio al passato e uno scossone verso il futuro.
La collezione primavera-estate 2026 si è rivelata una sinfonia tra tradizione e sperimentazione. Anderson si è immerso nella storia dell’uomo Dior e nella sartoria classica maschile per reinterpretarla con un’irriverenza giovanile e una precisione poetica. Ha aperto con una versione rivisitata dell’abito Delft del 1948, trasformato in shorts cargo in denim bianco, per poi proseguire con riletture del cappotto Caprice e dell’iconico La Cigale, tradotti in silhouette nuove tra pantaloni e capispalla. Tutto era calibrato con cura tra il teatrale e il portabile, tra l’intenzionale e l’inaspettato.
Uno dei gesti più potenti è stato il modo in cui Anderson ha fuso il romanticismo dell’haute couture del XVIII secolo (colletti alti, fiocchi, mantelle e tweed) con elementi street: denim slavato, sneakers slacciate, cravatte annodate al contrario, calzini sporgenti da pantaloni arrotolati e maglioni con il nuovo logo “dior” in minuscolo. La collezione includeva anche riferimenti alla letteratura classica — come Dracula o Bonjour Tristesse — stampati su Dior Book Tote reinterpretate come copertine di romanzi, e un Lady Dior avvolto in crine di lino dall’artista Sheila Hicks. Ogni capo celava un’allusione, ogni look una narrazione.
Cortesia Dior
Più che abiti, quello che Anderson ha portato in scena è stato un atteggiamento. Dior Men, sotto la sua direzione, si propone come esercizio di stile inteso non come tendenza, ma come narrazione. Vestirsi, qui, significa agire, interpretare, ricordare e sognare. L’uomo Dior diventa un personaggio mutevole che mescola strati del passato con desideri contemporanei. È un nuovo romanticismo, meno idealista e più introspettivo, che si esprime tanto in un frac grigio con jeans quanto in una giacca Bar adattata alla mascolinità di oggi.
E questo è solo l’inizio. Anderson non sarà solo alla guida di Dior Men, ma anche delle linee femminili e dell’haute couture della maison francese. Con questo primo atto, ha già chiarito di non essere qui per imitare né per accomodarsi: è qui per scrivere la sua storia. Una storia che, se seguirà il ritmo e l’intelligenza di questo debutto, sarà lunga, appassionante e profondamente influente.
Cortesia Dior