Stile

IL LATO COUTURE: IRIS VAN HERPEN, SCHIAPARELLI E RAHUL MISHRA

Team ISSUE - Luglio 10th, 2025

In un’industria sempre più dominata dall’algoritmo, c’è qualcosa di profondamente toccante nel vedere come l’alta moda continui a puntare sull’emozione, sulla narrazione e sulla bellezza radicale. La Settimana della Haute Couture Autunno-Inverno 2025/2026 a Parigi è stata una vetrina di tecnica sbalorditiva e anche un atto di resistenza: stilisti che non temono la complessità né l’eccesso, e che credono ancora che l’abbigliamento possa essere un veicolo per trasmettere significato. Iris van Herpen, Schiaparelli e Rahul Mishra hanno offerto tre visioni distinte — cosmica, storica e spirituale — che, insieme, hanno dimostrato come la moda resti un linguaggio profondamente umano.

IRIS VAN HERPEN: SIMPOIESI E VISIONI BIOLUMINESCENTI
Iris van Herpen è tornata in passerella dopo un anno sabbatico con “Sympoiesis”, una collezione che sembrava un’immersione in un ecosistema parallelo. In uno show dove tecnologia e natura si sono fuse, ha aperto con un abito “vivente”, realizzato con oltre 100 milioni di alghe bioluminescenti. Le modelle fluttuavano come creature sottomarine all’interno di un’installazione laser, indossando design ispirati a coralli, ali traslucide e onde in sospensione. Ma oltre al futurismo, Van Herpen ha voluto lanciare un messaggio di consapevolezza: “Non cerco di imitare la natura, ma di creare relazioni più profonde con essa”, ha dichiarato. Uno spettacolo ipnotico, poetico, quasi rituale.

SCHIAPARELLI: ROSEBERRY TRA SURREALISMO E RITORNO AL FUTURO
Daniel Roseberry, alla guida di Schiaparelli, ha preso un’altra strada, altrettanto potente. Nel salone dorato della maison, ha presentato “Ritorno al Futuro”, un omaggio al Parigi degli anni Trenta e a quel periodo in cui Elsa Schiaparelli sfidava le convenzioni con il suo surrealismo rivoluzionario. La collezione è iniziata e terminata con reinterpretazioni dei pezzi storici della maison — come il mantello Apollo, qui rovesciato e ricoperto di cristalli. Tra tailleur in tweed, giacche torero e abiti che rivelavano cuori pulsanti sulla schiena, Roseberry ha evocato una città sull’orlo del collasso. “È troppo facile idealizzare il passato. Questa collezione è un invito a guardarci indietro solo se da lì possiamo trarre la forza per andare avanti”, ha scritto nelle sue note. E così ha fatto: con narrativa, maestria tecnica e coraggio creativo.

Cortesia Iris van Herpen, Schiaparelli

RAHUL MISHRA: MODA COME MISTICA DEL CUORE
Rahul Mishra ha trasformato la passerella in un viaggio mistico attraverso le sette fasi dell’amore secondo il sufismo, nella collezione intitolata “Becoming Love”. Da un’armatura dorata a forma di cuore a un abito floreale sospeso nell’aria — quasi dipinto da Klimt — ogni look incarnava un’emozione: attrazione, abbandono, ossessione, fino alla morte. Celebrata in una cattedrale parigina, la sfilata ha alternato momenti spettacolari (con Cardi B in prima fila) ad altri più introspettivi. Mishra ha intrecciato simboli, spiritualità e ricami minuziosi in un’esperienza che trascendeva la pura estetica. “L’amore va oltre l’esistenza”, ha dichiarato. E ogni punto cucito sembrava volerlo dimostrare.

In tempi in cui la fretta consuma tutto, questi tre stilisti hanno scelto di fermarsi, osservare con attenzione e immaginare di nuovo ciò che la moda può essere: un’arte che respira, che pensa, che ancora osa sognare. Nessuna concessione al commerciale né all’algoritmo. Solo celebrazione del mestiere, della tecnica che sfida la logica, del potere delle idee quando si materializzano con delicatezza. Van Herpen, Roseberry e Mishra non hanno cercato di superarsi a vicenda: hanno costruito un racconto condiviso che difende il valore del fatto a mano, del concettuale, del simbolico. E per fortuna, continua a brillare.

Cortesia Rahul Mishra

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