Beauty

SKINCARE ESTREMO: ABBIAMO DAVVERO BISOGNO DI 10 STEP O È SOLO MARKETING?

Team ISSUE - Giugno 9th, 2025

Quando la cura della pelle è diventata una competizione? Aprire TikTok o Instagram oggi è come entrare in un reality dove vince chi ha più prodotti, più passaggi, più strati. Maschere, sieri, tonici, essenze, doppia detersione, contorno occhi, creme giorno, notte, collo, décolleté e – perché no – per l’anima. Tutto ci viene presentato come essenziale. Ma lo è davvero? O stiamo cadendo in una trappola perfettamente architettata dall’industria della cosmetica?

Che una buona routine skincare possa migliorare la texture, l’idratazione e persino l’autostima è innegabile. È un rituale di self-care e non c’è nulla di superficiale in questo. Ma la saturazione di contenuti e la pressione sociale per avere una pelle “perfetta” stanno trasformando la cura del viso in una religione moderna. Una religione che, se non segui alla lettera i 10 step coreani o non hai almeno tre tipi di sieri attivi sulla mensola del bagno, ti fa sentire in colpa. Il problema? Non tutta questa informazione è veritiera, e non tutti quei prodotti sono necessari. Anzi, in certi casi, possono persino danneggiare.

Dopo aver consultato dermatologi, articoli specializzati e studi scientifici, la risposta è chiara: ogni pelle è diversa, ma le basi restano fondamentali. Una buona detersione (mattina e sera), idratazione adeguata e protezione solare quotidiana sono gli unici step imprescindibili. Il resto – acidi, boosters, strumenti da massaggio, creme dai nomi impronunciabili – può essere utile, ma solo se scelto con criterio e personalizzato. Sovraccaricare la pelle di attivi può alterarne l’equilibrio, soprattutto senza una guida professionale.

Cortesia Getty Images

Non dimentichiamo poi l’aspetto commerciale: vendere una routine lunga, aspirazionale, che promette una glass skin irraggiungibile, è più redditizio per i brand che promuovere tre buoni prodotti. Spesso compriamo l’illusione di una pelle perfetta – senza pori, senza texture, senza imperfezioni – senza chiederci se quell’immagine sia reale o desiderabile. Inseguire la perfezione ci allontana dal benessere reale.

La soluzione non è demonizzare la cosmetica, ma recuperare il buon senso. Prima di comprare l’ennesimo siero virale o imitare la routine da 12 step di un’influencer, chiediti: lo chiede la mia pelle o la mia ansia? Tornare all’essenziale, affidarsi a professionisti e capire che, nella skincare come nella vita, meno può davvero essere più. Curare la pelle non dovrebbe diventare una maratona di consumo, ma un gesto sano di connessione con se stessi.

Cortesia Getty Images

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