Stile

CAMBIAMENTI E RIVOLUZIONI: MARIA GRAZIA CHIURI LASCIA LA DIREZIONE CREATIVA DI DIOR

Team ISSUE - Giugno 3rd, 2025

Il gioco delle sedie continua, e questa volta tocca a Dior. L’uscita di Maria Grazia Chiuri non rappresenta solo la fine di un contratto: è la chiusura di un capitolo profondamente simbolico nella storia della maison. Per quasi un decennio, Chiuri non è stata solo una stilista — è stata narratrice, pensatrice e attivista con ago e filo.

Dal suo arrivo nel 2016, come prima donna alla guida creativa della casa fondata da Christian Dior, ha ridefinito il ruolo del direttore artistico: non solo creatrice di bellezza, ma anche portavoce di contenuti. Il suo Dior ha trasformato l’estetica romantica in una piattaforma di riflessione, dove moda e pensiero critico si incontrano. Non si trattava solo di t-shirt con slogan femministi — anche se quelle hanno fatto storia — ma di intrecciare la politica con la tradizione, e la coscienza con la couture.

Il suo approccio è stato coerente, quasi antitetico al sensazionalismo teatrale di altri colleghi. Ha dato voce a saperi artigianali femminili dimenticati — dal ricamo messicano al pizzo italiano — portandoli sulle passerelle parigine non come decorazione, ma come atto culturale.

Cortesia Dior

Chiuri ha riscritto il DNA di Dior senza mai tradirlo. Ha reinterpretato il “New Look” di Monsieur Dior — che celebrava la silhouette del dopoguerra — in una lingua contemporanea: gonne plissé con sneakers, corsetti che liberano anziché stringere, mantelle che proteggono senza nascondere. Nelle sue mani, la femminilità è diventata uno strumento di consapevolezza, mai un cliché.

Il suo vero contributo? Dimostrare che l’alta moda può avere un’anima senza perdere raffinatezza. Che un abito può essere politico senza rinunciare al desiderio. Che il lusso può interrogare, raccontare, far riflettere.

Ora che lascia la maison, la domanda non è solo chi prenderà le redini creative, ma anche quale direzione prenderà Dior. Ritornerà al dramma d’archivio? Scommetterà su una star digitale? O sceglierà una voce concettuale e radicale?

Qualunque sarà la scelta, dovrà confrontarsi con l’eredità di una designer che ha trasformato ogni collezione in una dichiarazione etica. E quella, non si scuce facilmente.

Cortesia Dior

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